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G7. VINCERE LE ELEZIONI NON BASTA

A RIDARE SLANCIO A UE E OCCIDENTE

ROMA. Il vertice delle sette economie dei Paesi piu’ ricchi del mondo (come si usava dire una volta) che si apre oggi a Borgo Egnazia in Puglia e’ il settimo presieduto dal nostro Paese. I primi due si tennero nell’isola di San Giorgio maggiore, a Venezia, prima nell’ 80 con presidente Francesco Cossiga e poi, nell’87, con Amintore Fanfani. Sono del ’94, del 2001 e del 2009 i due G7 e un G8 messi in scena da Silvio Berlusconi a Napoli, Genova e all’Aquila, subito dopo il terremoto. Poi, il sesto a Taormina premier Paolo Gentiloni.  Ma questo vertice presieduto dalla Meloni ha una particolarita’:  e’ il primo che coincide con un indiscusso successo elettorale del premier italiano.

Tuttavia pensare che questo basti, di per se’, a ridare smalto a un formato in declino e risolvere  problemi legati a due guerre (Ucraina e Gaza) o affrontare questioni globali come clima e sviluppo ce ne corre. In Puglia il primo ad atterrare (salvo trasferirsi a bordo di una portaerei Usa) e’ stato il presidente americano Joe Biden che avra’ domani il primo bilaterale con la Meloni. Il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere redesco Olaf Scholz stanno raggiungendo la Puglia cercando di mascherare al massimo tutte le ferite che l’ultimo voto europeo ha inflitto loro. Se poi si aggiunge che il premier inglese Sunak si avvicina a una “morte annunciata” alle prossime elezioni e i capi di Governo del Giappone e del Canada sono sempre piu’ in basso nei sondaggi dei loro Paesi si ha un quadro abbastanza scoraggiante sulla vera leadership che i capi di Stato e di Governo del G7 dovrebbero esercitare.

Ma, per altro verso,  una  Meloni galvanizzata dal successo elettorale non potra’ certo invertire quella tendenza generale che vede la progressiva  perdita di ruolo  dell’Europa e dell’Occidente rispetto al cosiddetto Sud globale. Di fronte a problemi globali servirebbero risposte globali, quelle che, appunto, mancano.  Se poi a questo si aggiunge che in Francia e in Germania l’affermazione della Le Pen e di Afd coincide anche con l’affermazione di forze filorusse questo non fa che rendere meno forte la coalizione pro Ucraina e pone un problema in piu’ rispetto al tema degli extraprofitti dei fondi russi nelle banche europee e occidentali sul quale le divisioni certo non mancano. Forse l’unica vera novita’ del settimo G7 italiano potrebbe essere il modo con cui affrontare la questione dell”intelligenza artificiale sul quale interverra’ domani anche Papa Francesco.

L’Ue sta facendo il possibile per arginare il fenomeno ma sapendo benissimo che rispetto a Stati Uniti e Cina l’Europa e’ indietro di dieci anni e il rischio e’ decidere solo se essere dipendenti da Pechino o da Washington. Ma qualche punto fermo la Meloni potrebbe metterlo negli incontri “outreach” puntando a rafforzare una partnership con l’India anche in alternativa alle ambizioni egemoniche della Cina. Anche perche’ il tanto pubblicizzato Piano Mattei per l’Africa sembra ancora una scatola semivuota.

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