ROMA – Già in luglio, nella prima fase della crisi di Governo, il presidente del Copasir (organismo parlamentare di controllo sui servizi segreti) aveva chiesto e ottenuto dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati di continuare il programma di lavoro già impostato con audizioni e missioni all’estero per “difendere” l’interesse nazionale in una fase delicata della politica italiana sempre più condizionata da una postura geopolitica e dai diversi schieramenti internazionali nella crisi russo-ucriana.
Quella negli States doveva essere sulla carta la missione più importante condita da un fitto programma di incontri con think thank ed esponenti dell’amministrazione Usa al precipuo scopo di “sdoganare” presso le autorità americane l’immagine della leader del suo stesso partito Giorgia Meloni (data vincente nei sondaggi alle prossime elezioni) e garantirne la assoluta fedeltà ai valori dell’atlantismo. Tutto bene fino a quando non è scoppiata la “bomba” dei finanziamenti russi (300 mioioni di dollari) a forze politiche in una ventina di Paesi secondo un rapporto dell’intelligence Usa. Da alcune dichiarazioni (poi smentite) sembrava vi fossero anche forze politiche italiane tra i beneficiari.
Erano le due di notte di mercoledì 14 settembre in Italia quando l’autorità delegata all’intelligence, il sottosegretario Gabrielli e la direttice del Dis Elisabetta Belloni hanno alzato il telefono per chiedere subito chiarimenti ai colleghi americani. Con i quali, pare, i toni non sono stati sempre improntati alla gentilezza.
Soldi russi a Madagascar, Monenegro, Albania ed Ecuador
Dalle prime informazioni l’Italia non risulterebbe nella liosta dei Paesi beneficiari dei soldi russi. Secondo la stampa americana di sicuro vi sarebbero Madagascar, Albania. Montenegro e forse Ecuador.
A undici giorni dalle elezioni il pensiero è volato subito ai rapporti preferenziali (e tuttora ancora non interamente chiariti) tra La Lega di Salvini con le autorità del Cremlino. Oltre ai putiniani come Marine Le Pen e l’ungherese Orban, vi sarebbe tra i benficiari anche Jimmie Akesson, leader dei Democratici Svedesi e alleato con Fratelli d’Italia all’Europarlamento.
Urso: Dalle prime notizie Italia non è nella lista
A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato anche il presidente del Copasir Adolfo Urso, atteso di ritorno in Italia per oggi giovedì, è già pronto a convocare un’audizione di Gabrielli per domani in attesa che il segretario di Stato usa Antony Blinken chiarisca al Governo italiano l’intera vicenda. “Dalle notizie fornitemi dall’Autorita delegata che, a sua volta, si era immediatamente informata con i canali ufficiali non risulterebbe che vi sia l’Italia” ha detto il presidente del Copasir, Urso. Fino a ieri il presidente del Copasir era a Washington per una serie di incontri al Senato e al Dipartimento di Stato. Urso ha spiegato che il comitato “si riunirà con l’audizione del sottosegretario Gabrielli e, in quella sede, verificheremo se già avremo altre notizie. Vedremo nelle prossime ore – aggiunge – soltanto a fronte di documenti e laddove ci siano indicazioni specifiche come Copasir prenderemo iniziative”.
Fdi mai avuto rapporti con Russia. Boglietto di Volker a Urso
Urso ha tenuto però a chiarire che Fdi non ha mai avuto rapporti con la Russia. “Fratelli d’Italia ha zero collegamenti con la Russia” ha affermato l’ex ambasciatore americano alla Nato, Kurt Volker, in un biglietto inviato al presidente del Copasir Adolfo Urso, in visita a Washington per una serie di incontri. “Volker mi ha autorizzato” a rivelare il contenuto del biglietto che mi ha scritto, ha detto Urso dopo le polemiche sorte da alcune dichiarazioni che Volker avrebbe rilasciato ai media italiani.
Urso: apprezzamento amerciano per politica estera della Meloni
Ma Urso doveva soprattutto spianare negli Usa la strada alla vittoria della Meloni e garantire sulla sua fedeltà atlantica. “Ho colto – ha detto urso – grande interesse per il programma di politica estera di Giorgia Meloni, piena sintonia sui principali dossier internazionali: sostegno all’Ucraina, cooperazione per la sicurezza energetica, azione comune per fronteggiare l’espansionismo russo e cinese nel Mediterraneo e in Africa. Sempre più saldi i rapporti tra Italia e Stati Uniti!”.
Di Maio: rapporti servizi Usa potrebbero essere più d’uno
In attesa dei chiarimenti di Blinken sono molti i punti che restano da chiarire. Ad esempio, sostiene il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il rapporto dell’intelligence americana sui fondi russi ai partiti europei “potrebbe non essere uno”. “Lo dico – osserva sempre Di Maio – perché il presidente Urso fa una dichiarazione anche molto cauta. Lui dice ‘al momento’, parlando del dossier che hanno visionato, in cui non ci sono notizie dell’Italia”.