PERCHE AD ATENE NON E’ ESPOSTA LA TORCIA DI CORTINA 1956
ATENE – Il giorno è già stato fissato: il 26 novembre del 2025 a Olimpia nel Peloponneso nord-occidentale, a 260 km da Atene. Lì verrà accesa la fiamma della torcia di Milano-Cortina 2026 che percorrerà l’itinerario in terra greca fino allo stadio Panathinaiko (il cosiddetto Kallimarmaro) dove verrà consegnata ai primi di dicembre a un rappresentante del comitato delle Olimpiadi invernali del 2026. Ma proprio lì, in quello stadio che rappresenta la memoria e la culla dell’olimpismo moderno la torcia di Milano-Cortina non potrà “ricongiungersi” con l’altra torcia italiana, quella di Cortina 1956. Per il semplice fatto che nel museo del Panathinaiko la torcia del 1956 non c’è. Ci sono tutte le altre torce invernali compresa quella di Torino 2006 ma non Cortina. Per il museo dello stadio il 1956 è solo l’anno di Melbourne e basta. I responsabili del museo interrogati dal sottoscritto cadono dalle nuvole. Non hanno idea del perché la torcia di Cortina 1956 e il relativo manifesto non siano presenti. Ma una spiegazione forse l’abbiamo trovata da soli. La torcia di Cortina 1956 era praticamente una riedizione dei modelli utilizzati per i giochi estivi di Londra 1948 e di Melbourne 1956. Era in metallo argentato, lungha 47 centimetri, disegnata da Ralph Lavers e prodotta dalla E.M.I. Factories Ltd, High Dury Alloys Ltd. A differenza delle altre la torcia di Cortina 1956 non fu accesa ad Olimpia e trasportata poi ad Atene per essere consegnata agli organizzatori delle Olimpiadi invernali italiane. Il 22 gennaio del 1956 la torcia venne accesa in Italia, sulle scale del Tempio Capitolino di Giove, a Roma, e poi trasportata in un braciere sulle scale del Palazzo del Senato. Di lì all’aeroporto Ciampino volò verso Venezia (dove farà tappa anche la nuova fiamma del 2026). Da lì in gondola sul Canal Grande raggiunse Mestre, prima tappa della staffetta che la condusse fino a Cortina. Nella città ampezzana la prima frazione venne effettuata con pattini a rotelle. Poi il 25 gennaio, vigilia della Cerimonia di apertura, la fiamma venne portata da Zuel al rifugio Duca d’Aosta. All’alba del 26 gennaio, su un percorso illuminato da razzi l’oro Olimpico del 1952 Zeno Colò portò la fiamma a valle con gli sci fino allo stadio del ghiaccio dove altri olimpionici come Severino Menardi ed Enrico Colli portarono la fiamma dentro lo stadio. lì il pattinatore di velocità Guido Caroli fece il suo ingresso nel Palazzetto del ghiaccio. Caroli inciampò nei cavi televisivi (le trasmissioni tv erano agli esordi) ma riuscì lo stesso ad accendere il braciere. Era la terza volta che Cortina si candidava per i giochi invernali. Il conte Alberto Bonacossa (lo stesso che insieme ad Ardito Desio promosse e finanzio la spedizione sul K2 del ’54), d’accordo con le autorità sportive del tempo, incoraggiò già alla metà degli Anni ’30 l’Amministrazione comunale di Cortina d’Ampezzo a porre la propria candidatura per i Giochi olimpici invernali del 1944. Nella sessione del CIO del 1939, tenutasi a Londra dal 6 al 9 giugno, Cortina ottenne l’assegnazione battendo le altre candidature di Oslo e Montreal ma lo scoppio della seconda guerra mondiale stroncò l’iniziativa. Nel 1946 la FISI, riunita a Milano, decise, con l’avallo della giunta comunale e del CONI, di riproporre la candidatura ampezzana per ottenere i VI Giochi olimpici invernali. La presentazione fu affidata a una delegazione condotta sempre dal conte Bonacossa ma Cortina d’Ampezzo fu battuta di solo due voti da Oslo. Alla terza candidatura, presentata durante la quarantatreesima sessione del CIO svoltasi a Roma il 27 aprile 1949, Cortina ottenne i giochi invernali vincendo su Colorado Springs, Montréal e Lake Placid. Negli Anni ‘50 Cortina era un piccolo centro di 6mila abitanti privo di strutture adeguate. Per questo nel 1952 alcuni componenti del comitato organizzatore si recarono ad Oslo durante i VI Giochi invernali per raccogliere informazioni sulle infrastrutture necessarie. Occorreva potenziare le linee elettriche e telefoniche, migliorare la rete fognaria e idrica cittadina. Mancava uno stadio del ghiaccio e una pista di pattinaggio di velocità, mentre le piste da sci, il trampolino per il salto con gli sci e la pista da bob erano in cattive condizioni.[Il governo italiano stanziò 460 milioni di lire e il CONI si fece invece carico dei restanti costi con il ricavato della vendita dei biglietti e dalle scommesse calcistiche locali. Il comitato organizzatore utilizzò anche sponsorizzazioni aziendali;[la FIAT disegnò l’auto ufficiale dei Giochi e l’Olivetti fornì le macchine da scrivere per i 400 giornalisti presenti.[] Per quanto riguarda la fiamma per le Olimpiadi di Milano-Cortina 2026 il Viaggio inizierà il 26 novembre 2025 a Olimpia, con l’accensione del sacro fuoco fino ad Atene per raggiungere poi Roma il 4 dicembre da dove, due giorni dopo, inizierà il suo percorso italiano. Sarà a Napoli a Natale e festeggerà il nuovo anno a Bari; il 26 gennaio tornerà invece, dopo 70 anni esatti dalla Cerimonia d’Apertura dei Giochi, a Cortina d’Ampezzo e concluderà il suo tragitto a Milano facendo il suo ingresso allo Stadio di San Siro, la sera di venerdì 6 febbraio 2026. Un percorso pensato anche per rendere omaggio al grande patrimonio storico culturale del nostro Paese che vanta il maggior numero di siti UNESCO al mondo: la Fiamma illuminerà molti dei 60 luoghi iscritti nella lista dei patrimoni dell’umanità. La Fiamma Olimpica verrà accompagnata da due partner d’eccezione: Coca-Cola, Worldwide Partner del Movimento Olimpico e Paralimpico Internazionale, e Eni, Premium Partner dei Giochi Olimpici e Paralimpici di Milano Cortina 2026. La Fiamma Paralimpica percorrerà invece 2mila chilometri in 11 giorni e, dal 24 febbraio 2026 al 6 marzo 2026, giorno della Cerimonia di Apertura dei Giochi Paralimpici all’Arena di Verona, sfilerà nelle mani di 501 tedofori. Un percorso di condivisione e unione, che celebra non solo l’eccellenza sportiva ma anche i valori umani fondamentali: “La Fiamma Paralimpica verrà accesa il 24 febbraio a Stoke Mandeville in Inghilterra, storico luogo di nascita dello sport Paralimpico”, ha dichiarato Maria Laura Iascone, Ceremonies Director di Fondazione Milano Cortina 2026. “L’arrivo in Italia coinciderà con l’inizio di un viaggio che focalizzerà l’attenzione e l’entusiasmo verso le Paralimpiadi, amplificandone i messaggi di rispetto e inclusività, e generando un volano di entusiasmo, attesa e partecipazione intorno agli atleti paralimpici”. Dopo l’accensione nel Regno Unito, la Fiamma Paralimpica animerà 5 Flame Festival dal 24 febbraio al 2 marzo a Milano, Torino, Bolzano, Trento e Trieste, con la cerimonia di unione delle Fiamme il 3 marzo a Cortina d’Ampezzo. Dal 4 marzo, la Fiamma raggiungerà Venezia e Padova, per fare il suo ingresso il 6 marzo all’Arena di Verona per la Cerimonia di Apertura dei Giochi Paralimpici. La torcia di Milano-Cortina verrà presentata ufficialmente in contemporanea a Milano e a Osaka, città gemellate nel 1981. Expo 2025 Osaka si terrà in Giappone dal 13 aprile al 13 ottobre sull’isola artificiale di Yumeshima. Il tema della prossima Esposizione Universale è “Disegnare la società futura per nostre vite”, mentre quello del Padiglione Italia è “L’Arte rigenera la vita”. A quel punto fino a novembre quando verrà portata in Grecia la torcia verrà custodita nel museo del Cio a Losanna. E lì –veramente – la nuova fiamma di Cortina 2026 si “ricongiungerà” dopo 70 anni con la torcia di Cortina 1956 che da sempre è lì esposta.