LE DUE PAKISTANE RESTANO AL CAMPO BASE
CAMPO BASE K2 – La breve finestra di bel tempo che si sta preparando sul ghiaccio di Baltoro fino alla fine del mese dopo settimane di neve e vento è l’ultima occasione per tentare la vetta da parte della spedizione K2 70. Dopo una lunga fase di acclimatamento e di rotazioni tra i campi alti e il campo base, venerdì sera le due giovani alpiniste italiane Silvia Loreggian di Padova e Federica Mingolla di Torino sono partite per i campi alti insieme alle guide di Bormio Marco Majori e Federico Secchi che tenteranno (primi italiani) a scendere dal K2 con gli sci.
Ma il progetto inziale del Cai per celebrare i 70 anni della prima salita del K2 da parte della spedizione guidata da Ardito Desio nel ’54 ha dovuto subire nel corso delle ultime settimane modifiche radicali. Sembra ormai sfumato il sogno di portare in vetta alpiniste italiane e pakistane per rendere insieme omaggio al Paese che ha sempre ospitato le spedizioni italiane e per sostenere la parità di genere e gli sforzi del club alpino pakistano. Non si esclude però che altre due alpiniste pakistane presenti in una spedizione dell’esercito pakistano possano raggiungere la vetta in coincidenza con le due italiane.
Già ai primi di luglio la più forte alpinista pakistana, Samina Baig era stata colpita al campo base da una grave polmonite, costretta a rientrare a valle a bordo di un mulo con bombola di ossigeno e respiratore in assenza di una evacuazione con elicottero. Insieme a lei è rientrata a valle anche la giovanissima Amina Bano salvata in extremis al campo 1 dall’alpinista di lungo corso Cristina Piolini che le ha praticato tutte le cure necessarie per scongiurare il rischio di edema e mal di montagna severo, riportata a valle dopo poche ore con l’aiuto degli sherpa nepalesi.
Erano rimaste in attività solo le altre due, Nadema Sahar e Samana Rahim che hanno reagito bene alle prime fasi di acclimatamento ma colpite anche loro da mal di montagna e quindi bloccate al campo base. Nel frattempo Marco Majori e Federico Secchi del progetto alpinistico “Ski in the Sky” che avrebbero dovuto scendere con gli sci anche il Broad Peak si sono aggregati alla salita delle alpiniste italiane. Sabato sono salite al campo due (6650 metri) da dove si sono dirette verso campo 3 (7350 metri). L’ultima fatica di queste ore prevede il salto verso campo 4 (7700 metri), posizionato sulla spalla del K2 per tentare la vetta. Sarà quella la parte più difficile dell’intera impresa che potrebbe concludersi tra domenica e lunedì. Due i passaggi più pericolosi sulla via della vetta: quello del cosiddetto “Bottleneck”, il collo di bottiglia che ha sopra di sé un enorme seracco di ghiaccio.
E il successivo “traverso”, che scorre in orizzontale lungo un pendio ripidissimo spesso soggetto a valanghe e in passato già foriero di immani tragedie.Ruolo di primo piano per le fasi di acclimatamento e per attrezzare i campi più alti le due veterane italiane Cristina Piolini e Anna Torretta. Tutte e due sono ora al campo base. Piolini era salita al campo 2 con i portatori e altri alpinisti.
Durante il tragitto, per schivare una caduta di sassi, ha dovuto fare un balzo che ha provocato il riacutizzarsi di un dolore alla schiena. Anche Torretta è al campo base a causa di una difficoltà nell’acclimatarsi e di lievi problemi gastrointestinali, che ora sono stati superati. A coadiuvare Loreggian e Mingolla i fortissimi portatori d’alta quota Alì Durani e Ali Nurani già posizionati al campo 4.
Anche se per sicurezza ogni campo prevede la presenza di bombole di ossigeno e respiratori la salita avverrà senza uso di ossigeno per Loreggian, Mingolla e il portatore Ali Durani, mentre Muhammad Abbas utilizzerà le bombole di ossigeno.
“Oggi è stata la prima giornata interamente bella meteorologicamente – ha spiegato ieri il capospedizione Agostino Da Polenza – . Cielo sereno con poche nuvole sparse, vento in quota moderato. L’eccezionalità climatica di questa stagione ha provocato abbondanti nevicate con un importante accumulo di neve oltre i 7000 metri, confermato dai voli dei nostri droni a campo 3 al campo 4, sulla Spalla fino al “Collo di bottiglia” a 8100 m e sui pendii sommitali. Una situazione anomala per la stagione estiva sul K2. Non sarà facile battere pista e attrezzare la montagna per renderla più sicura”