BRUXELLES – Mario Draghi ha senza dubbio fatto tesoro della dura lezione che ha dovuto subire con la corsa al Quirinale che ha visto il premier italiano inanellare ingenuità ed errori dalla conferenza stampa di fine anno alla convocazione di Matteo Salvini a Palazzo Chigi. Errori – è stata opinione comune – dovuti all’eccessivo tempo trascorso da Draghi all’estero per l’incarico alla Bce che ha indebolito oltre ogni misura la sua capacità di muoversi s suo agio nei complessi meccanismi di funzionamento della politica italiana. Ora la guerra in Ucraina e le sfide che si trovano ad affrontare le istituzioni europee hanno ridato a Draghi una nuova visibilità internazionale che molti interpretano come una sorta di autocandidatura per quegli incarichi europei ed internazionali che si renderanno disponibili a partire dai prossimi mesi quando con le elezioni politiche si concluderà l’avventura politica di Draghi a Palazzo Chigi.
Prima poltrona da assegnare segretario Nato
La prima poltrona internazionale che si renderà disponibile è quella di segretario generale della Nato che potrebbe essere decisa già a fine giugno nel vertice di Madrid dell’Alleanza Atlantica. Non è escluso che, in considerazione dell’attuale crisi ucraina, i capi di Stato e di Governo dei 30 Paesi Nato possano concedere all’attuale segretario Jens Stoltenberg una miniproroga di un altro anno ma concordando fin d’ora il nome di un successore che per ovvi motivi dovrà essere rappresentante di un Paese del fronte Sud, Italia fra tutti. Servirà invece più tempo per decidere il futuro degli incarichi europei (presidente della Commissione Ue e presidente del Consiglio Ue). Incarichi per i quali si dovrà decidere se applicare la regola dello sptizencandidaten per cui Draghi – o chi per lui – dovrà essere candidato espressione di una delle famiglie politiche europee (popolari, socialisti e liberali) oppure continuare ad eludere la regola come è stato fatto con la von der Leyen.
Il “no” secco di Draghi a incarichi Ue e Nato
Sia come sia nella conferenza stampa a conclusione del Consiglio europeo straordinario del 31 maggio a chi gli chiedeva se era effettivamente candidato per i nuovi incarichi europei ed internazionali Draghi ha risposto con un secco ”no”. Ogni altro commento lo avrebbe inevitabilmente catapultato in un gioco perverso in netto anticipo sui tempi necessari per decidere quegli incarichi.
Primo impegno per prezzo gas ma strada in salita
Per ora Draghi si accontenta di essere riuscito ad incassare dal vertice Ue il primo timido ok al tetto sul prezzo del gas. Una vera svolta messa nero su bianco nelle conclusioni del summit dopo lunghe trattative: “Il Consiglio europeo – si legge nelle conclusioni- invita la Commissione a esplorare con i nostri partner internazionali modi per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di un tetto al prezzo sulle importazioni, ove opportuno”. Sul fronte dell’energia, ha commentato Draghi “siamo stati accontentati: c’è un riferimento esplicito al tetto ai prezzi e la Commissione ha ora un mandato per studiare la fattibilità della cosa”.
Draghi: successo embargo 90% petrolio russo
Anche sulle sanzioni il presidente del Consiglio apprezza l’accordo raggiunto sul petrolio: “E’ stato un successo completo – ha osservato Draghi – perché immaginare solo pochi giorni fa di essere uniti su un embargo di circa il 90% del petrolio russo non sarebbe stato credibile”. Quanto al momento di massimo impatto delle sanzioni occidentali contro Mosca Draghi ritiene che “Il momento di massimo impatto sarà da questa estate in poi”.
Anche Marina Militare per sminamento porti
Un ruolo italiano con la nostra Marina Militare Draghi lo immagina per lo sminamento dei porti dove sono bloccati i container di grano destinati a molti Paesi anche dell’Africa. E questoi allop scopo di evitare una “catastrofe umanitaria” di dimensioni enormi.
Salvini a Mosca. Draghi conferma linea Ue e Nato
Ha sorriso Draghi quando gli è stato chiesto del possibile viaggio a Mosca di Matteo Salvini. “Il Governo, da quando si è formato, – ha detto il premier – è fermamente collocato nell’Ue e nel Patto atlantico. Su questo binario si è sempre mosso e continuerà a muoversi, allineato con gli altri partner del G7 e dell’Ue. Intende continuare su questa strada. Questo è quanto, e non si fa spostare da queste cose”, dice chiaro, ricordando come, in una recente audizione di fronte al Copasir, interrogato sulla questione, abbia solo “raccomandato” che “i rapporti” dei leader di partito “siano trasparenti”.
Forniture gas a Italia non corrono rischi
Il Vertice alla fine si conclude proprio nel giorno in cui la Russia blocca le forniture di gas all’Olanda e alla Danimarca che si rifiutano di pagare in rubli così come era già successo un mese fa per le forniture a Polonia e Bulgaria. L’Italia per ora non avrebbe problemi. Draghi ha spiegato che ci sono contratti diversi con diversi acquirenti europei e con il pagamento delle fatture in euro da parte dell’Eni viene riconosciuta la regolazione della transazione anche se poi l’ammontare in euro viene cambiato in rubli non attraverso la banca centrale russa.